lunedì 9 febbraio 2009

Michelangelo: Nascita di Eva



La differenziazione sessuale (biologica) esistente tra uomo e donna sin dalla nascita, diventa una effettiva diversificazione mentale (biopsicologica) per effetto dell'educazione, dei costumi sociali e dei comportamenti subconsci innescati dal sistema delle abitudini e dal conformismo culturale. Aristofane descrive l'antica natura dell'uomo composta da tre sessi: il maschio, la femmina e l'androgino che oggi, tranne il nome, è scomparso da ogni forma di riflessione psicologica e filosofica.

Ogni essere si distingueva per la sua componente biologica - sessuale (il corpo istintuale maschile) e biologica- psicologica (il corpo psichico femminile) per cui uomini e donne erano dotati, metaforicamente, di quattro mani, quattro gambe, due sessi uguali e due volti perfettamente identici sopra il collo, mentre l'androgino possedeva entrambe le caratteristiche, sia istintuali che psichiche. Aristofane li descrive perfettamente rotondi, capaci di roteare su se stessi invece che di camminare eretti e dotati di temperamento superbo ed aggressivo al punto di minacciare la dimora degli dei e l'equilibrio naturale della vita biologica, mentale e sociale.

Allarmato dalla superbia umana, Zeus scarta l'ipotesi di sterminarli come i Giganti e decide di spaccarli in due per renderli più deboli e farli camminare su due gambe. Detto questo Zeus inizia l'opera di separazione e dà ordine ad Apollo di girare il viso e il collo dalla parte del taglio, affinchè, avendo sotto gli occhi la ferita ricevuta, l'essere biologico, istintivo e psichico, fosse indotto ad essere più moderato.

Da quel momento ciascun individuo non è più un intero, ma soltanto la metà di un umano originario, perciò ciascuno di noi è anthròpou symbolon, "simbolo di un uomo". Ancora oggi la cultura occidentale e la religione cattolica ci "costringono", attraverso l'educazione, l'istruzione e la morale convenzionale, a vivere una differenziazione sessuale radicale che non è unicamente quella biologica degli organi riproduttivi, ma si riflette su ogni possibile identificazione e determinazione di tipo psicologica, mentale e spirituale.

Il taglio avvenuto alla fine dell'età mitica (5000 anni or sono) riporta l'essere a una dimensione simbolica in cui ognuno di noi è solo la metà della perfezione, per cui solo l'eros/consapevolezza, l'amore/coscienza e l'intelligenza/conoscenza ci possono ricondurre a una nuova unità tra "corpo istintuale" (maschio) e "corpo psichico" (femmina). Sia uomini che donne sperimentano una sensazione di sofferta lacerazione quando sentono di essere "vittime" di se stessi, della forza coercitiva degli istinti (carnali, aggressivi e affermativi) e delle pulsioni psichiche (emotive, difensive e appagative).

Siamo esseri dimezzati e incapaci di contenere l'istinto, la pulsione e infine la libido di possedere anche l'altrà metà che si ricompone tramite l'esperienza dionisiaca del sesso, dell'amore di coppia e della conoscenza dell'altro, inteso come "frammento" psichico e mentale in grado di restituire un senso di completezza, anche se provvisorio.

Eppure quando siamo innamorati sperimentiamo il Paradiso terrestre. Tramite il sesso il corpo istintuale (maschio) si fonde con il corpo psichico (femmina) e ciò avviene in entrambi i partner su livelli sempre più sottili, fino al punto in cui il processo di unificazione sessuale fa emergere l'amore psicologico e avviene uno scambio, non più simbolico, tra l'Anima (pulsione psichica, emotiva e creativa) della donna e l'Animus dell'uomo (consapevolezza di relazione sensibile ai bisogni dell'Anima).

Il video della canzone "If I were a boy" di Beyoncè descrive sinteticamente un rovesciamento di ruoli e una reciprocità di comportamenti ancora lontano da venire. Mentre la psiche femminile della donna emancipata è già in grado di preovvedere da sola a soddisfare i bisogni della propria anima, per cui realizza precocemente un primo stadio di integrazione, anche erotica, tra animus e anima, l'uomo ha ancora bisogno della consapevolezza del partner (l'animus della donna) per liberarsi dall'istinto di possesso, di aggressività e di affermazione e contenere i sentimenti di gelosia, di difesa orgogliosa sociale del proprio ruolo e le richeiste di gratificazione del sesso inteso come bisogno da soddisfare.

Per gli autori della canzone non è ancora possibile scambiarsi i ruoli, per cui anche una donna , "se fosse un ragazzo", potrebbe aspirare a un ruolo sociale e lavorativo che non sia unicamente quello di moglie e casalinga. Se proviamo a invertire i ruoili all'interno di una coppia, come accade nel video, è facile prevedere come l'Animus femminile (la consapevolezza di relazione), pur superiore in coscienza all'Animus maschile (intelligenza di relazione) e quindi responsabile del legame d'amore, non possa non scatenere gelosia, ansia e paura nell'anima maschile.

C'è una unica soluzione al problema ed è quella dell'Alchimia della libido prospettata da Michelangelo cinque secoli fa negli affreschi della Cappella sistina. L'amore sessuale che nasce dall'Eros ha il potere di forgiare il Primo Uomo, l'Adamo Ermafrodito, nella cui Psiche convivono sia il corpo istintuale (maschile) che il corpo psichico (femmina).

E' uno stadio ancora provvisorio poichè le sensazioni, le emozioni e i sentimenti corporei, uguali in entrambi i sessi, producono una identificazione psicologica non differenziata nella fase di innamoramento e passione amorosa: si provano sentimenti di unità, di perfezione e di estasi. ma poi si ritorna a uno stato di equilibrio "sociale" in cui diventa prioritaria la definizione dei ruoli e quindi la differenziazione logica e psicologica tra i due corpi.

Per gli alchimisti la sofferenza dell'uomo e il senso di separazione, di scissione, di incompletezza e infelicità è dovuto al peccato originale, e cioè all'insorgere della libido negli emisferi cerebrali di uomini e donne. L'energia sessuale sale come un serpente fino all'emisfero destro e procura l'estasi dell'eros e dell'amore del corpo, ma poi, per effetto della "libido appetitiva, appagativa e affermativa" indotta dall'energia psichica nell'emisfero sinistro, prevale la logica egotistica di ricercare altri partner, oppure ci si accomoda pigramente nel salotto di casa a gestire il denaro del marito.



Michelangelo recide di netto il tronco dell'albero, simbolo della libido sessuale, e i tre rami che escono di lato, metafora della libido sociale, materiale e professionale. Poi dipinge Adamo addormentato sopra il primo ramo , anch'esso reciso, che nasce alla base del tronco, simbolo dell'intinto di congiungersi con l' altro sesso.

Adamo ermafrodito, sintesi di corpo istintuale e corpo psichico, deve infatti "fare da solo". Per evolvere nella pulsione di relazione (l'eros femminile) e prendersi cura della propria anima (carnale e psichica), l'alchimista deve addormentarsi sul trocnco reciso, metafora di un processo di introspezione della libido e di contenimento della pulsione in grado di prioiettare la consapevolezza di relazione (l'animus femminile di Eva) fuori dal corpo.

Michelangelo dipinge Eva mentre si proietta fuori da una costola, metafora della consapevolezza sensoriale che nasce dal contenimento del respiro, e si rivolge a Dio Padre (la razionalità intuitiva dei saggi) per essere istruita ai dieci principi dell'Arte alchemica (le dieci dita congiunte in preghiera). L'intelligenza di relazione (l' Animus mercurius di Adamo ermafrodito) deve infatti evolvere nelle potenze del corpo psichico, emotivo e creativo femminile per realizzare i crismi della coscienza di relazione (Spiritus Mercuris) peculiare dell'Androgino.




L'androgino, dotato di due sessi e due teste, ricompone l'unità perduta e diventa il simbolo di una effettiva integrazione biopsicologica del maschio (istinto) e della femmina (pulsione) in consapevolezza, coscienza e infine conoscenza di relazione (la lettera Ypsilon). Nell'immagine si vede l'androgino mostrare con la mano sinistra la congiunzione del terzo dito (il corpo mentale) con il quarto dito (il corpo spirituale) per confermare l'avvenuta integrazione dell'intelligenza maschile nella coscienza femminile sul piano mentale/spirituale e non più sessuale e psicologico.

venerdì 11 luglio 2008

la rubedo di Rauschemberg


L'Arte Alchemica è presente in ogni forma d'arte. Si caratterizza per il suo particolare modo di "respirare" ed "espandersi" all'interno di un preciso "campo letterario, artistico, filosofico e spirituale."
In un certo senso l'arte alchemica è simile allo strutturalismo. "Rompendo con l'universalismo, la teoria saussuriana interpreta le opere culturali come prodotti storici di cui l'analisi deve porre in luce la struttura specifica, ma senza fare riferimento alle condizioni economiche e sociali della produzione dell'opera o dei suoi produttori.": come a dire che se Leonardo fosse vissuto negli anni '50 del XX secolo, avrebbe comunque manifestato il suo particolare percorso evolutivo.

Il "campo" è quindi una dimensione strutturata dall'alchimia creativa (l'Opera al Rosso) in quattro parti suddivise da una croce ortogonale che individua i quattro punti cardinali. A est, punto ascendente del sole, l'artista è alla mercè della percezione psichica (il Se psichico creativo) che lo "obbliga" a ricercare cio che di "nuovo, vero, autentico e bello" emerge all'orizzonte e filtra nella luce condivisa. Van Gogh lavora alla luce del sole, i fotografi alla moda con la bellezza "ascendente" delle modelle, mentre Dan Brown scrive un romanzo che avrà un successo inspiegabile dal punto di vista letterario.

Ma è a sud che le acque iniziano a incresparsi. Figlio della percezione razionale (il Se razionale creativo) in grado di scrutare l'anima e ad analizzare sensazioni corporee, l'artista inizia a interrogarsi e a perdere lo "smalto", il contatto con la realtà materiale. L'artista della "rubedo" è perennemente in crisi e si chiede se le proprie "emozioni" siano autentiche.

Anche Rauscenberg si colloca in questo spazio intimo, emotivo, bisognoso di empatizzare con le cose e di ricondurle all'interno dell'opera attraverso un gesto spontaneo di razionalizzazione delle emozioni e di ordine psicologico. Mentre l'artista della Nigredo (Sè istintuale) sviluppa un talento tecnico superiore alla media, per cui si appropria dell'arte come di un vero mestiere, l'artista della Rubedo (Se razionale) rimane indifferente al gesto tecnico privilegiando il linguaggio espressivo, l'uso dei colori e dei materiali. Rauschenberg e Wharol (e in genere l'arte femminile) appartengono al campo delimitato dal Se razionale, ovvero al "campo" in cui la percezione seleziona a priori i soggetti, le idee o le emozioni da rappresentare.

giovedì 10 luglio 2008

Mario Merz


Mario Merz il mistico, alla continua ricerca dei principi che regolano l'universo organico e le energie della natura. Mario Merz l'archeologo, indagatore di forme archetipiche, figure ancestrali, animali preistorici, creature primitive e incontaminate. Mario Merz l'alchimista sognatore, trasformatore di oggetti semplici e poveri in materiali dalla dorata velleità artistica, demiurgo traghettatore dall'organico all'inorganico. Mario Merz il matematico, appassionato interprete del numero e della sequenza numerica di Fibonacci, come emblema di quell'energia magica insita nella materia, come sistema capace di rappresentare i processi di crescita della natura. Mario Merz l'artista filosofo che ha scelto la spirale - la sua forza, la sua spinta, il suo divenire circolare, il suo dinamismo continuo, crescente e centrifugo - per raccontare il movimento cosmico, il ciclo continuo e rigenerante della natura, non altro che la vita, la crescita di un oggetto-essere nello spazio.

Questo è stato Mario Merz, dall'inizio alla fine della sua attività creativa, fin da quando giovanissimo militante nel gruppo antifascista Libertà e Giustizia venne rinchiuso nelle carceri Nuove di Torino, e cominciò a disegnare, sperimentando un tratto grafico continuo, ottenuto senza mai staccare la punta della matita dal foglio, ipotizzando già allora l'idea di un'arte nuova che esprimesse, come farà la sua spirale, l'essenza fisiologica della vita.

"I miei quadri non devono necessariamente essere appesi alle pareti - spiegava Merz - potrebbero essere posati sul pavimento o essere attaccati al soffitto... i miei ultimi lavori finiscono col non essere neanche più dei quadri, per essere semplicemente delle proiezioni della sensibilità moderna".
E quanto mai moderna cominciò ad essere la sua smania di lavorare sulla trasmissione di energie dall'organico all'inorganico, alla metà degli anni Sessanta. Il neon appariva come linfa vitale in questa creazione animista. "Bicchieri", "bottiglie", "ombrelli" appaiono trapassati da tubolari al neon. Materiali diversi ed eterogenei sembrano unificati dalla luce. E repentinamente lo sconfinamento dal piano bidimensionale si conclude. "Sit-in" e "Igloo - Mai alzata pietra su pietra" lo testimoniano. Una struttura tubolare in ferro animata dal neon e la neonata forma archetipa dell'igloo segnano il nuovo corso intrapreso da Mario Merz.


Come accade per tutti i Movimenti, l'espressione artistica individuale trasfigura in arte alchemica quando diviene "presentazione" spontanea, immediata e istintiva di una delle molteplici modalità espressive dell'animo umano. L'artista, non diversamente dall'atleta o dall'attore, agisce, esprime e crea spontaneamente influenzato dalla percezione creativa (il Se creativo/la luce del neon che unifica lo sguardo sulle cose)

Ogni artista presenta una specifica selezione di immagini, colori, forme e timbri materici che hanno la proprietà di esprimere le sensazioni, le emozioni e le esperienze del conflitto. Il conflitto emotivo, materiale e sociale viene codificato in immagini che hanno la funzione di riportare l'organismo in equilibrio. Non diversamente dal meccanismo cerebrale che "costruisce" le immagini dei sogni, l'artista trasforma il "riflesso onirico" proiettato dal subconscio in realtà. Lo studio dell'Arte non è difforme, nella sostanza, allo studio dei sogni. Ecco perché i critici d'arte non capiscono il significato autentico dei simboli, ma anche la psicoanalisi è ben lontana dal fondare una scienza dell'interpretazione, troppo limitata alle funzioni dell'Es, dell'Eros, della Pulsione o della Volontà.

Merz, non diversamente da Van Gogh, interpreta un disagio mentale. Il conflitto non è generato dal rapporto con la società dei consumi, ma dall' incapacità dell'anima di relazionarsi con le nuove immagini di culto. Anticipando l'iconoclastia del XXI secolo, Merz produce gli archetipi, i modelli e i simboli della "religione artistica del Se", la stessa anticipata sei secoli prima dalla gnosi francescana e rinascimentale. L'energia elettrica che fluisce nei tubi di neon è una metafora alchemica del Se creativo, della percezione illuminata delle cose tra loro diverse, ma rese uguali dalla comprensione intuitiva del legame esistente tra la luce (coscienza) e la materia (realtà). E' infatti la "luce della coscienza" a creare i molteplici mondi (reali o virtuali) dell'immaginazione e ad accendere lo schermo notturno in cui si proiettano i sogni dell'anima

giovedì 26 giugno 2008

MARIO SCHIFANO

L'arte nigrescente (consapevolezza creativa) di Dante ripercorre un sentiero di trasformazione codificato da tutte le tradizioni alchemiche che si sono manifestate in ogni genere di cultura, dall'antica India, fino in Tibet, Cina e Siberia. L'obiettivo comune dell'Arte, come del Mandala, è di innescare un processo autonomo di purificazione (pranashakti), trasmutazione (chitishakti) e trasformazione (parashakti) dell'energia psichica in coscienza creativa, condizione indispensabile per procedere nell'Arte rubescente (l'arte alchemica Rinascimentale) e poi albescente (l'Arte Alchemica Moderna).

L'arte nigrescente si configura in quattro atti. Nella Nigredo della consapevolezza l'artista dipinge i "paesaggi dell'anima". Nella Rubedo della percezione sensoriale avviene un significativo interesse per gli "itinerari dell'anima", mentre nello Iosis della conoscenza l'arte è suggestionata dalla filosofia, dalla storia e dalla cultura di riferimento. Infine nell'albedo della coscienza subentra un nuovo interesse per l'esplorazione psicologica della realtà, percepita con una rinnovata "struttura sensoriale" (la selva diventa una foresta spessa e viva, è ciò segna l'ingresso nel Purgatorio/Arte rubescente).

Sono pochi gli artisti che mantengono costante il contatto con la realtà e realizzano, come Dante, un percorso rapido e sintetico. Uno di questi è Schifano www.exibart.tv/player.asp?idvideo=313. E' importante per l'artista alchemico mantenere l'anima aderente all'analisi della realtà in cui vive: Dante critica i contemporanei, li manda all'inferno, li giudica e li osserva, non per quello che dicono o per comportamenti ritenuti immorali, ma per come manifestano la loro libido......

Non diversamente da Dante, anche se in quattri cicli di nove anni, Mario Schifano "attraversa" in quattro decenni la cultura degli anni 60,70,80 e 90, cogliendo gli aspetti più deteriori della società dell'immagine. La consapevolezza dell'artista procede ad analizzare e sintetizzare in segni sia figurativi che astratti, il progressivo primato del "pensiero politico" sulla coscienza di "classe" (il giardino delle delizie di Bosch) e l'inevitabile annullamento di ogni spinta progressiva al cambiamento....